venerdì 22 maggio 2015

"Storia dell’abbazia di S. Andrea di Borzone", conferenza a Sestri Levante (GE)

Riprendono gli appuntamenti di “Anteprima d’Estate”, il programma di incontri ed iniziative primaverili del Museo della Città di Sestri Levante. Una delle principali finalità del MuSel è la valorizzazione delle eccellenze locali, grazie agli itinerari culturali dedicati alla scoperta del territorio di Sestri Levante e, più in generale delle valli del Tigullio. Altro obbiettivo è valorizzare i giovani ricercatori e gli studenti del nostro territorio che hanno svolto o stanno svolgendo ricerche di particolare interesse scientifico. In questi ultimi due anni sono stati numerosi coloro che hanno svolto stage formativi e sviluppato attività di ricerca presso il MuSel. È questo il caso di Emanuele Alessio che sabato 23 maggio 2015 (Palazzo Fascie, Sala Bo, alle ore 17:00) illustrerà i risultati del suo studio sull’abbazia di Borzone.
Emanuele Alessio è un giovane ricercatore della Sezione Tigullia dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri, che si è brillantemente laureato in Archeologia medievale presso l’Università degli Studi di Genova e collabora da due anni con il MuSel e frequenta attualmente la Scuola di Specializzazione in Archeologia dell’Ateneo genovese.
L’appuntamento consentirà ai residenti e agli ospiti di riscoprire la storia dell’abbazia di S. Andrea di Borzone, un vero tesoro di cultura e tradizione monastica nel territorio del nostro Tigullio, sorta nel medioevo in un angolo solitario e nascosto della Valle Sturla. Per chi non lo conoscesse, il complesso è oggi facilmente raggiungibile, distando pochi chilometri dal centro abitato di Borzonasca.
In passato alcuni studi sulle origini del complesso di Borzone hanno evocato remote matrici bizantino longobarde, e il forte contributo della tradizione bobbiese. Il complesso, con la sua torre con paramento a bugnato, con l’utilizzo davvero particolare del laterizio nelle superfici architettoniche della chiesa, con i resti del chiostro e degli annessi ha spesso lasciato ampio campo a quelle che la storica Valeria Polonio ha definito “suggestioni che rischiano di aprire uno spazio eccessivo alla fantasia”.
Andando oltre alle speculazione degli eruditi locali, oggi forse occorre proporre una lettura oggettiva di questo straordinario monumento medievale, utilizzando le fonti scritte e materiali per quello che effettivamente possono rivelare. Bisogna soprattutto rimuovere l’edificio di Borzone da una sorta di indeterminatezza cronologica e stilistica, procedendo ad un inquadramento storico architettonico che abbia caratteri di oggettività, senza ricorrere alla suadenti suggestioni di un misterioso Tigullio d’età bizantino/longobarda.
La particolare ricchezza e l’unicità dell’esperienza monastica che si è sviluppata a Borzone non viene certo sminuita da una datazione del complesso ai secoli centrali del Medioevo, anzi la contestualizza in un generale sviluppo del paesaggio del sacro che proprio in quel momento (tra X e XIII secolo) vede una fioritura nel Tigullio.
Lo studio di Emanuele Alessio riesamina la questione delle origini del complesso monastico, propone alcuni confronti architettonici con edifici religiosi costruiti in stile romanico mudejar della penisola iberica, guardando alla grande esperienza monastica europea più che a un’improbabile influsso orientale.
Si può aggiungere, infine, che è in corso di pubblicazione uno studio a più nomi in cui la vicenda costruttiva di S. Andrea di Borzone viene globalmente riletta dal punto di vista dell’analisi delle fonti scritte, dell’archeologia, e dello studio archeometrico delle strutture murarie.
L’ingresso è libero. Tutti sono invitati.

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